BRUXISMO 
 
 
Il bruxismo  è un disturbo spesso sottovalutato da chi ne soffre ma ampiamente considerato dalla letteratura scientifica per gli effetti correlati alla qualità del sonno, alla postura, alle performance sportive. Strettamente legato allo stile di vita, il bruxismo, è spesso considerato espressione dello stress, rappresentando un sistema o un tentativo con il quale l'individuo scarica o piuttosto riesce a somatizzare le emozioni. 
Il bruxismo è definito come un disordine del sistema masticatorio che comprende movimenti stereotipati e periodici caratterizzati da digrignamento e/o serramento dei denti ,ed  è la para-funzione più diffusa e in aumento  nella popolazione. 
Per para-funzione si intende una condizione clinica difforme dalla norma non ancora pienamente riconducibile ad uno stato patologico e/o disfunzionale dell’ attività dei muscoli masticatori e  che esula dalle normali funzioni. Altre para-funzioni sono per esempio, mordersi le labbra e/o le guance, masticare chewing gum, l’onicofagia nonché svariate abitudini posturali dannose  che, ripetute nel tempo, portano ad un sovraccarico muscolare ed articolare.  
 
COME PUO’ MANIFESTARSI:  
1) con digrignamento (bruxismo dinamico o eccentrico), determinato da contrazioni involontarie dei muscoli masticatori con  ampi movimenti di lateralità e protrusione della mandibola,  responsabile di una notevole usura dentale; 2) con  serramento (bruxismo statico o centrico), caratterizzato  invece da contrazioni isometriche solo dei muscoli elevatori della mandibola, che diventano progressivamente ipertrofici e dolenti; non essendoci qui movimenti laterali mandibolari l’ usura è di minor entità.  
 
TIPOLOGIE:  
a) Notturno (più frequente): considerato dall’ ASDA (American Sleep Disorders Association) il terzo più diffuso disturbo del sonno dopo il russamento e il sonniloquio. L’attività dei muscoli masticatori durante il sonno avviene nel 60% della popolazione adulta ed è un fenomeno fisiologico. Un aumento della frequenza, durata, intensità di tale attività muscolare configura il quadro del bruxismo notturno. 
b) Diurno: strettamente correlato ai disturbi posturali, colpisce i soggetti giovani sportivi nella misura dell’80%. Nello sport, la postura scorretta che consegue al bruxismo  causa contratture muscolari soprattutto ai muscoli paravertebrali del tratto cervicale, sottraendo energia e resistenza all’ attività principale. 
 
EPIDEMIOLOGIA:  
Il bruxismo ha una prevalenza nella popolazione che va dal 10 al 30%, ma solo il 50% riferisce segni e sintomi correlati. Colpisce persone maggiormente sottoposte a stress e soprattutto i bambini, nei quali deve essere considerato fisiologico entro certi limiti e fino alla dentatura mista (10-11 anni).  I motivi di tale bruxismo sono da ricercare nella precarietà dei contatti occlusali durante la dentizione decidua ma anche nella grande emotività di certe fasi della vita infantile. 
 
 
 
SEGNI E SINTOMI:  
Il notevole sovraccarico dei muscoli masticatori durante la notte si traduce clinicamente al risveglio in cefalea muscolo-tensiva, dolore orofacciale, cervicalgia con conseguente alterazione della postura della testa e del rachide cervicale. Il segno più evidente è sicuramente rappresentato dalla notevole usura dentale, che può essere accompagnata da un’aumentata sensibilità o mobilità dentale fino ad arrivare nei casi estremi, alla frattura di elementi dentari o di una protesi. 
 
 
 
Inoltre va ricordato anche l'effetto del sovraccarico pressorio a livello delle articolazioni temporo-mandibolari, che diventano con il passare del tempo infiammate e dolenti.  A ciò conseguono, durante i movimenti mandibolari, rumori (schiocchi o sfregamento) oltre a possibili limitazioni dell’ apertura della bocca o blocchi articolari. Possono essere inoltre lamentati dal paziente, ronzii e fischi alle orecchie, dato lo stretto rapporto con l’ apparato uditivo. 
 
CAUSE:  
Recenti revisioni della letteratura hanno evidenziato che gli aspetti relativi alle interferenze occlusali non hanno alcuna valenza nella genesi di questo fenomeno che invece appare essere sempre più legato ad alterazioni del sistema centrale dopaminergico, dovuto spesso ad un aumento della tensione emotiva. Sempre più numerosi sono stati gli studi sperimentali che hanno evidenziato un’associazione significativa con disturbi d’ ansia, dell’umore e del comportamento alimentare. Da una recente indagine sperimentale  si è potuto dimostrare una diretta correlazione tra lo stato psicologico del soggetto e le para-funzioni,  attribuendo allo stress un  ruolo di cofattore eziologico delle para-funzioni stesse, nonché di fattore di rischio dei disordini cranio mandibolari. Oltre ad essere legato a disordini psichiatrici e neurologici più importanti (Morbo di Parkinson, epilessia..), il bruxismo può essere secondario ad alcuni farmaci antidepressivi, anfetamine,  ma anche  all’ abuso di caffeina e alcolici . 
 
TERAPIA:  
Un appropriato trattamento implica una valutazione globale dello stato clinico del paziente e spesso una collaborazione di più specialisti risulta necessaria ai fini diagnostici e terapeutici. 
Essendo un disturbo strettamente legato a dinamiche emotive, le strategie di intervento che possono essere di aiuto, sono ispirate alle tecniche di training autogeno e terapia cognitivo-comportamentale volte al controllo dello stress. Alcuni farmaci (benzodiazepine e miorilassanti) possono essere utili per brevi periodi se è presente dolore, ma è sempre importante non abusarne. Recenti studi sperimentali hanno inoltre accertato l’efficacia delle iniezioni di tossina botulinica per inibire le contrazione muscolare. 
Un trattamento indispensabile è rappresentato dal byte, un dispositivo trasparente mobile in resina dura o morbida, creato individualmente; esso ricopre la superficie dei denti, superiori o inferiori, e permette di modificare il modo in cui essi vengono in contatto, correggendo così l’occlusione dentale e di conseguenza la posizione della mandibola .Tuttavia ha il solo scopo di  prevenire i danni dall’attività para-funzionale e ridurre l’attività muscolare notturna attraverso un meccanismo di feedback negativo .  
Risultati ottimali si ottengono affiancando a questo lavoro l'intervento di un osteopata che, con le tecniche di manipolazione,  intervenga su muscoli, tessuti e ossa della zona temporo-mandibolare e del tratto cervicale, allentando in questo modo le tensioni presenti e riequilibrando il circuito trigemino-cervicale.  
 
 
BIBLIOGRAFIA 
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MANFREDINI D, LOBBEZOO F. Relationship between bruxism and temporomandibular disorders. A systematic review of the literature from 1998 to 2008. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 2010; 109:e26-e50. 
D MANFREDINI LOBBEZOO F,;Self-reported bruxism mirrors anxiety and stress in adults; Med Oral Patol Oral Cir Bucal. 2013 Jan 1;18(1) . 
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Dott.ssa Lucia Boncompagni 
Odontoiatra 
 
 
 
 
 
             
 
 
 
LIBRI DI GIACOMO MARGIACCHI 
 
L'autore, esperto di posturologia nei suoi libri affronta temi innovativi nell'ambito della posturologia e della terapia manuale. La sua preparazione trasversale fornisce una visione veramente globale dell'essere umano. L'osteopatia, punto di partenza dell'autore, è solo la pedina di inizio per affrontare conoscenze del tutto rivoluzionarie.
     
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